• 09 GIU 14
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    Piede diabetico

    Le ulcere infette del piede diabetico rappresentano una delle più comuni indicazioni dell’Ossigenoterapia Iperbarica (OTI)

    L’ipossia e la neuropatia sono tra le cause principali a provocare tale patologia che, se non trattata, può portare all’amputazione del piede o della gamba.

    Quadri clinici del piede diabetico
    –    Gangrena Secca o Necrosi Ischemica;
    –    Gangrena Umida;
    –    Ulcera Arteritica;
    –    Mal perforante plantare o Ulcera Neurotrofica;
    –    Osteoartropatia;

    Le infezioni del piede diabetico hanno una genesi multifattoriale
    –    Insufficienza vascolare;
    –    Neuropatia;
    –    Deficit immunologico;

    Le vie di infezione si propagano dai piani sottofasciali alle guaine tendinee con successiva distruzione dei tessuti molli e scheletrici.

    Il trattamento del Piede Diabetico avviene attraverso molteplici punti di attacco:
    –    Ottimizzazione della glicemia;
    –    Courettage chirurgico. A seconda della gravità della lesione il courettage deve essere spinto e mirato con l’asportazione delle zone necrotiche ed apertura dei piani sottofasciali e delle guaine tendinee fino all’asportazione, se necessaria, delle ossa con fenomeni osteolitici;
    –    Antibioticoterapia mirata;
    –    Valutazione vascolare;
    –    Ossigenoterapia Iperbarica;
    –    Ortesi;

    Particolare attenzione si pone nel courettage chirurgico demolitivo per assicurare, oltre alla guarigione, un recupero, seppure parziale, della funzionalità del piede anche se a scapito dell’aspetto estetico.

    Inoltre, l’OTI nel piede diabetico, oltre a promuovere i processi riparativi, ha:

    –    EFFETTO IPOGLICEMIZZANTE provocando l’aumento della secrezione del C-peptide e provocando
    maggiore sensibilità tissutale all’insulina;
    –    EFFETTO ANTIEDEMA;
    –    EFFETTO ANTIBATTERICO;
    L’OTI viene effettuata con 2 sedute quotidiane a 2,5-2,8 ATA fino al miglioramento del quadro clinico per poi passare a una seduta al dì, a 2,2 – 2,5 ATA.

    Usando tale metodologia si migliora la prognosi evitando le amputazioni estese ed offrendo al paziente la possibilità di una ottimale deambulazione.

    Il piede ulcerato rappresenta una condizione di elevato rischio se non viene curato rapidamente ed adeguatamente da personale esperto.

    Nei soggetti diabetici si è ritenuto opportuno associare l’Analisi Computerizzata del Passo (ACP), indagine non invasiva che consente lo studio delle pressioni plantari in statica e in dinamica. Tale esame è molto utile ai fini prognostici e terapeutici perché consente di realizzare ortesi plantari che, migliorando la superficie di appoggio e ottimizzando il baricentro podalico e corporeo, annullano e/o riducono il sovraccarico, causa di ipercheratosi e conseguenti ulcere da iperpressione. Nel corso della terapia i pazienti vengono sottoposti ad Ossimetria Transcutanea (TcpO2) e Flussimetria Laser Doppler (LDF) mediante apposita apparecchiatura. Con l’ossimetro transcutaneo (TcpO2), viene valutato lo stato di ossigenazione dei tessuti perilesionali.

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