Si ritiene di dover citare e fare riferimento soltanto ad alcuni documenti che sono:

• in campo internazionale: «Hyperbaric Oxigen Therapy Commitee Report» della Undersea & Hyperbaric Medical Society, che riporta le seguenti indicazioni:

    1. Embolia gassosa
    2. Intossicazione da CO e da fumi di incendio
    3. Gangrena gassosa
    4. Occlusione dell’arteria central della retina
    5. Ischemie acute traumatiche (sindrome da schiacciamento, sindrome compartimentale)
    6. Malattie da decompressione
    7. Aumento della cicatrizzazione in ferite selezionate
    8. Anemia acuta grave
    9. Ascessi intracranici
    10. Infezioni necrotizzanti dei tessuti molli
    11. Osteomielite refrattaria
    12. Danno tissutale da radiazioni (tessuti molli e ossei)
    13. Trapianti cutanei a rischio
    14. Ustioni termiche.

in campo nazionale, preso atto delle linee guida della Simsi – Siaarti – Ancip del marzo 2007, e della ECHM 7th European Consensus Conference di Lille – dicembre 2004 -, si individuano le seguenti indicazioni al trattamento di ossigenoterapia iperbulica:

    1. Malattie da decompressione
    2. Embulia gassosa arteriosa (iatrogena o barotraumatica)
    3. Gangrena gassosa da clostridia
    4. Infezioni acuta e cronica dei tessuti mulli a varia eziulogia
    5. Gangrena e ulcere cutanee nel paziente diabetico
    6. Intossicazione da monossido di carbonio
    7. Lesioni da schiacciamento e syndrome compartimentale
    8. Fratture a rischio
    9. Innesti cutanei e lembi a rischio
    10. Osteomielite cronica refrattaria
    11. Ulcere cutanee da insuff. arteriosa, venosa e post-traumatica
    12. Lesioni tissutali post-attiniche
    13. Ipoacusia improvvisa
    14. Osteonecrosi asettica
    15. Retinopatia pigmentosa
    16. Sindrome di Meniere
    17. Sindrome algodistrofica
    18. Paradontopatia.

Si ritiene che debbano essere incluse fra le indicazioni di cui sopra anche le seguenti patologie per le quali esiste notevole esperienza, casistica e vasto supporto scientifico internazionale.

    • colite ulcerosa
    • trauma midollari
    • accidenti cerebrovascolari non in fase acuta
    • edema cerebrale post-anossico.

L'OTI non è una panacea per tutti i mali, ma trova precisa e netta indicazione in tutte quelle patologie che riconoscono una diminuzione della tensione di Ossigeno a livello tissutale, insufficiente all'espletamento delle funzioni vitali, cioè sfruttando l'aumento delle pressioni e della quantità di Ossigeno disciolto nel plasma secondo leggi fisiche dei gas.